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Channel: Vocazione francescana
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FRATE FRANCESCANO " PER RALLEGRARE IL MONDO"

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Pace e bene 
caro amico in ricerca della vocazione divina per la tua vita...e immagino curioso e attratto dalla vita dei frati. Al riguardo sottolineo oggi una nostra speciale "missione" che forse ti stupirà.. spero piacevolmente!!

San Francesco voleva che i suoi frati fossero sempre allegri e sereni
Li chiamava i "giullari di Dio" e li esortava ad evitare la "pessima malattia della malinconia"  mostrandosi invece in ogni situazione "lieti e graziosi".
Il Signore, infatti, ripeteva spesso Francesco, li aveva scelti "per andare nel mondo a rallegrare gli uomini e a muoverli a santa letizia"

I frati sono dunque "i pazzi di Dio", chiamati nel suo nome a "rallegrare il mondo" e nulla deve essere loro di ostacolo o di impedimento nell'annunciare e testimoniare a tutti l'amore del Signore. 
I frati: poveri e felici, lieti di avere scoperto nel Signore il te­soro più grande del mondo;  contenti di vivere insieme e di comu­nicare a tutti, proprio a tutti, la gioia di un incontro con Gesù che ha cambiato la loro vita ed esaltato la loro giovinezza. 

Certo, si tratta di ideali altissimi e di una missione per nulla facile nè scontata neppure per noi. La nostra vita, del resto (proprio perché religiosi), è sempre un pò segnata da una sfida quotidiana, da una lotta al non senso e alla morte sempre in agguato in noi e attorno a noi. Questo ci chiama a conversione e penitenza e verità e vigilanza e preghiera e affidamento e speranza ogni giorno, ogni istante..., ma con il Signore nel cuore, la gioia non manca mai o subito si recupera e si cerca di regalarla a chi ci sta accanto.  

Un esempio? Nella bella fotografia a fianco, ecco fra Alessandro che con la sua travolgente carica ed entusiasta direzione canora sempre contagia di gioia tanti giovani (vedi ultima edizione del convegno Giovani verso Assisi - GVA 2017).

Se dunque caro giovane, anche tu , pensi di essere un poco "giullare e fuori di testa" e chiamato a "rallegrare il mondo", non ignorare l'invito a dedicare la tua vita al Signore! Vieni..c'è posto anche per te. Si cercano giovani audaci e ardenti, appassionati e gioiosi. Si tratta di "andare nel mondo a rallegrare gli uomini e a muoverli a santa letizia".

Ti benedico. Al Signore Gesù sempre la nostra Lode. frate Alberto
fra.alberto@davide.it

Video divertentissimo dei frati minori Austriaci
 

CORSO VOCAZIONALE PORZIUNCOLA : UNA BUSSOLA X DECIDERE

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Se ti chiedi: 
«Dove andare?.... Come fare?… Da dove iniziare?… Come orientarmi?… Che cosa tener presente?… Come poter dire con più “sicurezza”: è la mia strada, la mia chiamata?…»,
questo itinerario è per te!

Il corso (per ragazzi e ragazze) inizia il prossimo fine settimana (da sabato sera, ore 18,30)
Vedi programma e dettagli. 

fra Alberto (fra.alberto@davide.it)

GIOVANI FRATI...SI PRESENTANO

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Pace e bene,
cari amici in cammino e in ricerca vocazionale!

Oggi condivido la testimonianza di alcuni "giovani frati"studenti in teologia presso il "Convento sant' Antonio dottore" in Padova (altri centri di studi in Italia sono ad Assisi e Roma). 
Sono frati così detti "in formazione": terminato, infatti, l'anno di Noviziato (l'anno della prima scelta francescana), stanno ora vivendo un lungo periodo di preparazione e studio delle materie teologiche e di ulteriore  discernimento spirituale e vocazionale in vista della Professione Solenne (frati per sempre) e per molti, dell'Ordinazione sacerdotale. Un tempo dunque alquanto impegnato, ma anche ricco di tante esperienze che poi costituiranno un bagaglio prezioso per la loro vita futura di religiosi e il ministero che si troveranno a svolgere.

Vi invito a sostenerli con la vostra simpatia e soprattutto a pregare per ciascuno di loro: possano essere frati entusiasti e amanti e appassionati, religiosi santi! (visita il loro BLOG)

Al Signore Gesù sempre la nostra lode
fra Alberto(fra.alberto@davide.it)

Giovani frati... In "Foto Ufficiale!!!!
Giovani frati.... in riunione

I "GIOVANI FRATI" DI PADOVA SI PRESENTANO   
Siamo il gruppo di giovani frati francescani conventuali in formazione che vive a Padova. Siamo frati (abbiamo emesso i voti temporanei) da pochi anni (chi il 26 agosto di quest’anno, chi 3 o 4 anni fa…) e abbiamo pensato di “venirvi a trovare” (almeno virtualmente) con questo breve post per mostrarvi le nostre belle facce e raccontarvi qualcosa di noi.
Ci piacerebbe passare, come “giovani fra i giovani”, e dire a tutti: “ci siamo anche noi!”. Per dire a tutti che da qualche parte le preghiere per le vocazioni hanno un piccolo frutto. Per testimoniare che il Signore, anche in questi nostri tempi così indecifrabili, anche qui da noi, ci benedice entrando nelle nostre vite e attirandoci a Lui, convincendoci a scommettere il nostro futuro su questa vita, da frati francescani. Per i nostri poveri e piccoli cammini questo è già un miracolo, e vogliamo condividerlo con voi, per ringraziarlo insieme e chiedergli ancora di continuare a donarci sempre altri fratelli di cammino.
Quest’anno qui, nel convento di San Massimo (“Sant’Antonio Dottore” per la precisione…) a Padova, insieme a 11 frati professi solenni, viviamo anche noi, 25 frati professi temporanei, dai 22 ai 47 anni. Arriviamo da diverse zone dell’Italia (Emilia-Romagna, Lombardia e Triveneto), dell’Europa (Francia, Malta, Romania, San Marino, Ungheria) e del Mondo (Burundi, El Salvador, Ghana, Indonesia).
Salta subito all’occhio che la nostra è una comunità grande e molto variegata, che abbraccia quasi tutti i continenti (ci manca solo l’Australia!) e una gamma di età ed esperienze personali molto ampia. Anche se questo porta con sé tutte le difficoltà che potete immaginare, ci sentiamo dei privilegiati per il fatto di poter sperimentare un respiro così largo e internazionale, che ci costringe a uscire da noi stessi per incontrare e amare l’altro, anche quando è così diverso da me.
Il nostro impegno principale è lo studio della teologia alla Facoltà Teologica del Triveneto, ma possiamo godere anche di una “formazione interna” e delle esperienze che occupano i nostri fine settimana. Siamo infatti mandati in servizio in varie parrocchie, realtà socio-caritative (con i frati e le suore che si occupano di dipendenze, ragazze madri e malati di aids, e poi al Carcere Due Palazzi e all’Ospedale Civile) e di altro tipo (come alla Basilica del Santo per l’accoglienza dei pellegrini e nel nostro convento per la Lectio Divina).
Tutti questi ingredienti, uniti alla nostra quotidianità (fatta di preghiera comunitaria, momenti di fraternità e incarichi interni per il funzionamento della casa), compongono il mosaico così ricco e bello delle nostre giornate.
Per concludere questo saluti, vi chiediamo di pregare per noi! Sì, ne abbiamo bisogno, perché il Signore, che già ci ha fatto vedere le sue meraviglie, possa continuare a stupirci con la sua eterna novità, e perché noi, come il nostro caro Francesco, possiamo ogni giorno “incominciare a seguirne le orme”.
Vi ricordiamo con affetto, tenendo per ciascuno di voi una mano sulla tomba di Antonio, infaticabile protettore di tutti noi.
Un abbraccio fraterno.
                                                                                     i giovani frati in formazione



SE CERCHI LA VERITA'...

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ASSISI - GVA 2017: Giovane in preghiera
“Il Signore
 ha messo la Verità nel cuore di ciascuno,
e non è possibile equivocarla” 
(C. Corbella Petrillo)

GIOVANI FRATI "IN OSPEDALE"

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Pace e bene
cari amici, in cammino e in ricerca vocazionale. 

Recentemente vi ho parlato dei nostri "GIOVANI FRATI"che qui a Padova (per il nord Italia) si dedicano allo studio della teologia e continuano il loro cammino di formazione umana e spirituale in vista della missione che li attende. 
Fra le varie attività pastorali che svolgono nei fine settimana, vi è per qualcuno, l'andare presso il vicino OSPEDALE a visitare i malati e così portare una parola di conforto, offrire una presenza fraterna e rispettosa, condividere una preghiera o semplicemente "stare" accanto.
Riporto di seguito una intensa testimonianza, che ci parla di questa esperienza tanto bella quanto impegnativa. 
Non manchi allora la nostra preghiera per questi giovani frati come per i malati che vanno ad incontrare. 

Al Signore Gesù sempre la nostra lode. 
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)

Longiano: Settembre 2017 - Missione francescana
Foto di gruppo dei "GIOVANI FRATI" di Padova

GIOVANI FRATI "IN OSPEDALE" - TESTIMONIANZA

«In ogni sua predica, Francesco, all’esordio del discorso, salutava il popolo con l’augurio di pace, dicendo: ” Il Signore vi dia la pace!”. Aveva imparato questa forma di saluto per rivelazione del Signore, come egli stesso più tardi affermò». [FF 1052]
Porte scorrevoli automatiche. Un clima sempre piuttosto tiepido. Corridoi lunghi con qualche persona che ti saluta, ma nei suoi occhi vedi spesso la preoccupazione, l’ansia di chi non sa come andrà a finire.

C’è chi ti ferma: «Padre… mio marito sta per morire… perché doveva succedere a noi, con tutta la gente cattiva che c’è?». E allora ti fermi ad ascoltare e accogliere il dolore di chi hai davanti… è una gran fatica, specie perché ti mette alla prova: dov’è il Dio, Padre buono, in cui credo? Poche parole, una preghiera insieme. Poi avanti… Ascensore, sale veloce…. Chissà chi incontrerò oggi? Di nuovo porte scorrevoli…. Ed ecco il lungo corridoio del reparto. Angeli bianchi che si prendono cura di tante persone, spesso di fretta, senza potersi fermare… ma mettendo loro stessi in ciò che fanno.
La prima stanza… sei ancora qui, dopo tanti mesi… le cose non migliorano, lo sai anche tu… Cosa posso fare per te? Mi chiedo, lo chiedo anche a te… rimanere qui un po’ con te, tenerti la mano… farti sentire un po’ di vicinanza – mi dico io – anche se non so se sia ben accetta… «Prega per me», mi dici tu… Ora prego con te, prego per te.
Vado avanti, altra stanza: «Oh, sei tornato! Che bello rivederti! Ho fatto sempre fatica a sopportare quelli di chiesa, persone di tante parole, ma pochi fatti… ma mi fa piacere parlare con te… speriamo di rivederci, fuori di qui!».
Poi, trovi quello che non ne vuol sapere, non ti vuol nemmeno vedere; pazienza, c’è sempre qualcosa da imparare. Ecco un altro, con la famiglia che gli sta accanto, che si stringe a lui: che bello vedere la cura dei cari, quanto bene fa! Quanta fatica, invece, nella solitudine…
Ultima stanza: una anziana signora, costretta a letto, mezza sorda, ma che non mi lascia andare finché non ho pregato con lei; e insieme, una giovane ragazza, ormai stufa di stare qui, ma sicura che guarirà, perché «i medici trovano sempre la cura»… bella fiducia, ma… chissà… chissà di quale cura abbiamo veramente bisogno, che davvero porti la pace nel cuore, nelle relazioni e nel mondo!
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore». [Gv 14,27]

Giovani Frati


VIVERE COME VOCAZIONE E'...

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Assisi - GVA 2017: Fra Vito e giovani in cammino
VIVERE COME VOCAZIONE
e' vita che trabocca: 
non solo vivere per sè, ma
RIVERSARE VITA!

(cfr. Lettera ai Romani 5,5)

VIVETELA BENE LA VOSTRA VITA...NON BRUCIATELA !

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ASSISI-GIOVANI AL GVA 2017 
“Ragazzi, vivetela bene la vostra vita, non bruciatela!
Sarebbe splendido se la vostra vita la metteste al servizio degli altri.
Io sono convinto che se la vostra vita la spendeste per gli altri,
la metteste a disposizione degli altri, non la perdereste.
Perdereste il sonno, ma non la vita. La vita è diversa dal sonno.
Perdereste il denaro, ma non la vita. La vita è diversa dal denaro.
Perdereste la quiete, ma non la vita.
La vita travalica la quiete,
soprattutto la quiete sonnolenta, ruminante del gregge.
Perdereste la salute, ma non la vita”.

Don Tonino Bello

29 NOVEMBRE - FESTA DELLA SANTITA' E VOCAZIONE FRANCESCANA - Testimonianza di Fra Massimiliano

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Assisi - Giovani frati
Cari amici in cammino e in ricerca vocazionale, il Signore vi dia pace.

L’Ordine Francescano, nei suoi tre rami (frati, suore, laici), è stato in ogni tempo un ardente focolare di santità. Si tratta di uomini e donne provenienti da tutti i ceti sociali e da ogni popolo che oggi29 novembre, festa dei santi francescani - ricordiamo e onoriamo in modo particolare. Vi sono martiri, dottori, sacerdoti, fratelli religiosi, laici, vergini, donne, fanciulli…: santi famosi e conosciuti.., così come figure "piccole" e nascoste. Una moltitudine immensa radunata intorno al Poverello di Assisi e ispirata dalla sua Regola, approvata da papa Onorio il 29 novembre 1223.  

In questa ricorrenza noi frati francescani (appartenenti al così detto "Primo Ordine"), facciamo memoria e rinnoviamo  i "Voti" (consigli evangelici) di castità e povertà e obbedienza riconfermando il nostro desiderio e impegno di "osservare fedelmente il santo Vangelo" come indicato nella Regola.

Circa il senso di tale scelta e vocazione, riporto la testimonianza di un caro confratello, fra Massimiliano Patassini(34 anni), che il 7 ottobre è entrato definitivamente nell'Ordine francescano lasciandosi alle spalle un brillante percorso di studi (un dottorato in matematica)  e una promettente carriera accademica.

E’incredibile come, dopo più di 800 anni, San Francesco continui ancora ad affascinare e inquietare e trascinare a sè dei giovani, nella sequela di Gesù, verso la santità!
Al caro fra Massimiliano come ad ogni "francescano", va oggi l'abbraccio fraterno di tutti noi insieme alla nostra preghiera

Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto (fra.alberto@davide.it)

Fra Massimiliano con alcuni giovani della sua Parrocchia
TESTIMONIANZA DI FRA MASSIMILIANO 
La professione solenne: quale dono?

Una domanda che ultimamente mi sono sentito rivolgere da amici e parenti è questa: cosa possiamo farti per la professione solenne? Che cosa ti serve?

Penso che la professione perpetua (o solenne, come più vi piace) di una persona sia un'occasione per tutti... un'occasione di incontro soprattutto. E innanzitutto, di incontro con il Signore della vita, con Gesù!

Non è un affare solo mio con il Signore (che faccio voto a Dio di vivere in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità per tutta la vita), o della famiglia dei frati (nella quale entro definitivamente), ma tutta la Chiesa è coinvolta e partecipe! E credo abbia a che fare con tutto il mondo, perché il percorso di un uomo è intrecciato con quello di tutta l'umanità.

Penso quindi che questo semplice evento possa interpellare anche te, che stai leggendo...

Cosa c'è di mezzo? Il dono della vita. Chiariamo subito che non è il dono che io faccio della mia vita a Dio, ma piuttosto il dono che il Signore Gesù fa della sua vita a me e a ciascuno.

Sto imparando, nel mio cammino, a scoprire questo dono e ad accoglierlo passo dopo passo... ma, in che cosa consiste questo dono? E' la gioia e la fatica, il dolore e la bellezza della relazione con il Signore Gesù. Tutto questo incarnato in un'esistenza concreta fatta di incontri, esperienze, sofferenze: è l'avventura della vita che io vivo, in prima persona, nella quale la scelta di diventare frate è una particolare concretizzazione della relazione con Gesù.

Per essere un po' più concreto... dove incontro Gesù? Ho sempre tanto amato la ricerca e penso che questo sia un atteggiamento buono per incontrare Gesù: Lui già da sempre ci cerca, ci desidera e ci vuole incontrare. I luoghi che mi sono più cari sono il deserto (la preghiera, il Vangelo, fare spazio al Signore che desidera incontrarmi), il servizio al fratello (nelle tante occasioni che mi sono date: giovani, ragazzi, malati, anziani...), la fraternità e l'amicizia (il camminare insieme, il condividere ciò che ti scalda il cuore e che ti fa soffrire) ... insieme alle sorprese che il Signore ci riserva.

Il dono che il Signore fa ha una qualità che aiuta a riconoscerlo tra le tante proposte che costantemente riceviamo: la libertà! Sei libero di accogliere o di rifiutare questo dono, non ti costringe, non ti obbliga... piuttosto ti attrae, perché in fondo Dio non desidera altro che ci volgiamo a Lui, per darci la sua stessa vita.

Fra Massimiliano

tratto da "Messaggero di sant'Antonio"


GIOVANI FRATI VERSO ASSISI - GVA 2017 - Testimonianza di Fra Simeon

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Pace e bene,
cari amici in ricerca  e in ascolto della vocazione divina.
Come avrete già visto, mi piace sempre presentare e far meglio conoscere la vita dei giovani frati . Oggi trovate la testimonianza di fra Simeon (studente in teologia a Padova)  che ci parla dell'ultimo Convegno Giovani verso Assisi (28 ottobre- 1 novembre) che ha visto, nella città del Poverello, tantissimi frati e giovani vivere insieme giorni stupendi.  Lo ringraziamo di cuore e certo tutti pregheremo per lui.
Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)

Giovani frati Verso Assisi – testimonianze #7
ASSISI GVA 2017 - Fra Simeon ( primo a sinistra) con altri frati e giovani

«Beato il servo, che non si ritiene migliore, quando viene lodato ed esaltato dagli uomini, 
di quando è ritenuto vile, semplice e spregevole, poiché quanto l’uomo vale davanti a Dio, 
tanto vale e non di più. Guai a quel religioso, che è posto dagli altri in alto e per sua volontà non vuol discendere. E beato quel servo, che non viene posto in alto di sua volontà e sempre desidera mettersi sotto i piedi degli altri». [S. Francesco, Amm. XIX; FF 169]

Ecco come il Signore mi ha “parlato”.

Sono le 13 di sabato 28 ottobre, la valigia è pronta con l’indispensabile per 4 giorni in Assisi. Nel ponte festivo di Ognissanti i frati minori conventuali organizzano “Giovani verso Assisi”, un convegno (oggi alla sua 38° edizione) che riunisce ai piedi di san Francesco ragazzi e ragazze da tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Per noi giovani frati è un evento tutto speciale che parla del nostro amore e passione per i giovani, che come noi sono innamorati e affascinati dal poverello di Assisi e dalla sua testimonianza di fede e di sequela di Gesù.

Arrivati al pullman, noto subito un ragazzo che fuma, è solo. “Forse è nervoso, non conosce nessuno…” penso io. Vado verso di lui: è di Padova, è il suo primo convegno e davvero non conosce nessuno; non esito allora neppure un attimo e lo presento a un po’ di ragazzi e lo lascio con loro, quella fraternità che lo accompagnerà per tutto il viaggio.

Questo incontro, non mi lascia indifferente, mi incuriosisce quel ragazzo dall’aria titubante che fuma tutto solo, con gli occhiali da sole che gli coprono il volto. Mi domando cosa mai l’abbia spinto a scegliere di trascorrere 4 giorni in Assisi insieme ai frati, alle suore e a tanti giovani sicuramente diversi per stile da lui.

Il viaggio prosegue, i paesaggi scorrono veloci, lancio uno sguardo in fondo al pullman e vedo quel ragazzo che da vero “bullo” è  seduto da solo con le sue cuffie che guarda fuori assorto in tanti pensieri. Decido di raggiungerlo, siamo frati… anzi fratelli.

Si accorge che sono li al suo fianco, si toglie le cuffie, poi gli occhiali e guardandomi stupito si attende qualcosa.
“Come stai?” chiedo io, “bene” risponde un po’ timoroso. “Conosci Francesco ed Assisi?” ribatto. “Non conosco Francesco, e Assisi è in Toscana, vero?”. Accortosi della risposta buffa, scoppia a ridere ed io con lui. Uniti da questa piccolo momento di gioia inizia l’Incontro con un ragazzo speciale. Alberto sta venendo ad Assisi perché desidera affidarsi… Cerca Dio, cerca di riscoprire la virtù dell’umiltà a partire proprio dalla sua relazione con Dio… Già questa intuizione ha il sapore della povertà e umiltà francescana. Scorgo allora una persona in cammino, un pellegrino, un francescano che in modo ancora inconsapevole si sta affidando al Signore per scoprire sé stesso.

Il convegno, #GVA2017#SemiVivi, inizia
ed io già avevo intravisto proprio queisemilungo la via.

Il secondo giorno decidiamo di stare un po’ insieme e condividere un pezzo del nostro cammino: non siamo più solo un frate e un ragazzo, ma due pellegrini che con umiltà davanti al Signore si raccontano e si accolgono nella loro umanità ferita.

Nell’umiltà del nostro incontrarci ed accoglierci il Signore, proprio come con San Francesco davanti al crocifisso di san Damiano, illumina le nostre ferite, incomprensioni e asperità e ci dona la pace del cuore e l’umiltà di accettare i nostri limiti e sbagli per poi continuare a camminare alla sua sequela.

Anche quest’anno «il Signore ha fatto grandi cose per noi» [Sal 125]
poiché«ciò che ci sembrava amaro, ci fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo» [san Francesco FF 110].

«Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti
e le hai rivelate ai piccoli
». [Mt 11,25]
fr. Simeon

Tratto da Bibbia Francescana

AVVENTO 2017 - ANDIAMO CON GIOIA INCONTRO AL SIGNORE!

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Prima di Cristo o dopo Cristo? 
Sta quasi per terminare il 2017 e presto entreremo nel 2018. Come è noto, questo metodo di contare gli anni ha il suo fondamento – almeno per noi occidentali – sull’esistenza storica di Gesù Cristo. Giustamente si dice che siamo nel 2017 “dopo Cristo”, ossia dopo la sua venuta tra noi come persona umana. E’ un dato cronologico, certo; ma i veri cristiani sanno che è qualcosa di più, anzi, deve essere qualcosa di più. Nel senso che non possiamo vivere come se Gesù non fosse mai venuto tra noi, non avesse detto quello che ha detto, fatto quello che ha fatto. In una parola, come se fossimo ancora “prima di Cristo”. La Liturgia della Chiesa chiama “Tempo di Avvento” le quattro settimane che precedono il Natale. La parola “avvento” ci rimanda esattamente alla “venuta”, all’arrivo del Signore. Il 25 dicembre celebreremo ancora una volta il Natale: non il Natale e basta, ma il Natale di Lui, il Natale del Signore! Non vogliamo dimenticarlo.

E’ venuto e verrà 
In una delle preghiere del Tempo di Avvento (Prefazio I) risuonano queste parole: “Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana egli [Gesù Cristo] portò a compimento la promessa antica e ci aprì la via dell’eterna salvezza”. E ancora: “Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa”. Ogni anno, al ritorno dell’Avvento, mi sento particolarmente toccato quando si leggono alcuni brani dei Padri della Chiesa (Ufficio delle Letture). Tra gli altri, quello preso dalle“Catechesi” di san Cirillo (300 dopo Cristo). Riferendosi proprio alla venuta di Cristo, il grande vescovo di Gerusalemme scrive: “Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente… Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello (sul manto di lana). Una seconda volta verrà nel futuro, in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti”. Il vescovo Cirillo, quindi, conclude: “Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda”.

E’ venuto e verrà per noi 
Vogliamo ricordare, a questo riguardo, le parole del “Credo”? E’ la professione di fede che proclamiamo ogni domenica. “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato…”. E ancora, sempre con riferimento a Gesù: “Verrà di nuovo nella gloria per giudicare i vivi e i morti …”.
Per noi è disceso dal cielo, per noi verrà nella gloria. “Per noi”! In quel“noi” ci siamo tutti: anch’io che sto digitando e anche voi che state leggendo… Commoviamoci e sostiamo in contemplazione e in adorazione, con animo ammirato e riconoscente! ... “Per noi”!

Una luce per il pellegrino - Hospital de San Nicolás de Puente Fitero (cammino di Santiago)

Lasciarsi illuminare 
La nostra storia personale, come quella di tutta l’umanità, si svolge ormai tra questi due “eventi”. Ecco perché possiamo dire che viviamo non solo nel tempo“dopo Cristo”, dopo la sua prima venuta in questo mondo (il “primo Natale”), ma anche “prima di Cristo”, ossia proiettati verso la sua venuta futura. Come diceva un mio amico, la nostra vita su questa terra scorre tra queste due “luci”: il Signore è venuto; il Signore verrà. E’ venuto per noi; verrà per noi. A me viene da aggiungere: allora, lasciamoci illuminare! Ossia, riprendendo le parole del vescovo Cirillo e quelle della liturgia: viviamo in spirito di attesa. Attesa vigile e operosa, nell’impegno quotidiano, secondo la nostra condizione e vocazione.

Il Signore viene anche oggi 
Ho citato un grande padre della Chiesa. A completamento di queste brevi riflessioni vorrei aggiungere il pensiero di un santo dottore della Chiesa, maestro di orazione e contemplazione: il monaco francese Bernardo di Chiaravalle. In uno dei suoi “Discorsi” sull’Avvento, egli parla di una terza venuta del Signore. La chiama “venuta intermedia”, intermedia perché avviene tra la prima e l’ultima. Come dire che il Signore – che per noi è venuto e verrà - in un certo senso viene anche oggi, nel tempo presente. Ci potremmo chiedere: come, in che modo? Chiarendo il suo pensiero, il santo dottore dice che il Signore oggi“viene nella potenza dello Spirito”. Proprio così! E’ lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio, del quale Gesù ha detto: “Egli v’insegnerà ogni cosa” …. Vi guiderà nelle scelte che dovrete fare, nelle decisioni da prendere lungo il cammino della vita. Più sopra parlavamo della necessità di lasciarsi illuminare.Se, come dice san Bernardo, il Signore viene oggi a noi “nella potenza dello Spirito”, allora vorrei ancora dire a me e a voi: lasciamoci guidare! Senza paura e … qualunque sia la nostra situazione di vita. Sì, “andiamo con gioia incontro al Signore”, che per tutti è venuto, viene e verrà!

p.Romano Gozzelino ( frate del Convento del Santo - Padova )

PRIMA DOMENICA DI AVVENTO : VIGILATE...VEGLIATE

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"Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!".  (Mc 13,35-37)


Preghiera "Absorbeat"
di San Francesco d'Assisi

PONTE DELL'IMMACOLATA - GIOVANI IN RICERCA AD ASSISI

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Assisi: due giovani pellegrini  "a piedi", finalmente alla meta!
Cari amici in ricerca vocazionale, il Signore vi dia pace. 

Da giovedì 6 a domenica 10 dicembre sarò ad Assisi con i giovani del Gruppo san Damiano e altri ragazzi desiderosi di comprendere la strada che il Signore vuole ad essi  indicare attraverso i tanti segni già presenti nella loro vita: attitudini, intuizioni, esperienze, passioni, desideri, fede, ma anche limiti e paure e dubbi. 

E' straordinario come Assisi sia sempre per tutti (giovani e non solo) una tappa importante per fare un pò di luce, per giungere al senso profondo di sè, per un più attento discernimento e per scelte di vita e vocazione davvero libere e consapevoli! 

Ci affidiamo dunque fortemente alla vostra preghiera e intercessione.
Non mancherà anche il nostro ricordo e incoraggiamento per il cammino di ricerca e di senso di ciascuno di voi.

Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto (fra.alberto@davide.it


 "Non ti cercherei, se Tu non mi avessi già trovato"
(Sant'Agostino - Confessioni)

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Assisi- Basilica di san Francesco - Chiostro dei novizi
Statua dell'Imacolata benedetta di S. Massimiliano Kolbe

Pace e bene,
cari amici in ricerca!

Si celebra oggi la solennità dell'Immmacolata Concezione, così cara ai frati e all'Ordine francescano.
La vocazione francescana, infatti, è profondamente radicata nel mistero di Maria e della sua Immacolata Concezione. Basterebbe approfondire qualcuno degli scritti dei nostri santi: dal serafico padre Francesco a san Massimiliano Kolbe ... passando per il beato Giovanni Duns Scoto, san Giuseppe da Copertino, san Francesco Antonio Fasani...

Il nostro Ordine, da sempre si è dedicato e continua a dedicarsi alla Vergine Immacolata curando la preghiera, il culto, la formazione e l'azione pastorale orientata a Lei. Non è del resto un caso che in tutte le nostre chiese francescane questa festa si celebri da secoli (già molto prima della proclamazione del dogma)  il giorno 8 dicembre. 

Di seguito ecco un bel video con il canto del Tota Pulchra eseguito dai frati presso la Basilica di Sant'Antonio (PD) ogni sera durante la novena che precede la festa , secondo il tono gregoriano in uso tra i Frati Minori Conventuali, con alcune variazione rispetto a quello del Graduale.

Carissimi, affidandovi tutti all'intercessione della Vergine Maria, 
con lei sempre innalziamo al Signore la nostra lode  e il nostro magnificat. 

Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)





Testo preso da: Cantuale Antonianum http://www.cantualeantonianum.com/#ixzz50UK2bdFQ
http://www.cantualeantonianum.com 

COS'E' LA VOCAZIONE ? COME SCOPRIRE LA PROPRIA VOCAZIONE?

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Cari amici in ricerca, il Signore vi dia pace.

Che senso ha parlare oggi di vita come"vocazione" e di"chiamata"da parte del Signore? Ma che cos'è questa "vocazione"? Sono temi,  per la verità, su cui ho già scritto molto in vari POST e che potete consultare nel blog.
Vi propongo al riguardo un altro interessante contributo, tratto da una recente intervista rilasciata dal cardinale LUIS ANTONIO TAGLE (filippino).

A tutti auguro ancora un buon cammino verso il S. Natale. 
Al Signore Gesù sempre la nostra lode

fra Alberto (fra.alberto@davide.it

ASSISI-BASILICA DI SAN FRANCESCO
GIOVANI NOVIZI IN PREGHIERA
INTERVISTA AL CARDINALE LUIS ANTONIO TAGLE

COS'E' LA VOCAZIONE ? COME SCOPRIRE LA PROPRIA VOCAZIONE?
Il prossimo anno si svolgerà un sinodo il cui tema è “I giovani, la fede e il discernimento Vocazionale”. Cosa vorrebbe dire ai giovani? Come possono discernere la propria vocazione?Alcuni giovani pensano che una vocazione sia una sorta di segno miracoloso, una voce dal cielo o un’illuminazione. Non è così (ride). Probabilmente succede anche questo, ma molto raramente. È stato il caso di San Paolo e di Mosè, ma non capita alle persone ordinarie come noi. Dico sempre ai giovani che Dio opera nelle nostre condizioni umane. La vocazione di Dio è l’intenzione che Dio ha per noi. Ha creato ogni persona per uno scopo, e questo scopo viene già realizzato. Dobbiamo solo scoprirlo. È molto semplice (ride).
Davvero?
Bisogna guardare nel proprio cuore! Bisogna conoscersi, arrivare a conoscere i doni che abbiamo ricevuto, i talenti e gli interessi. Poi bisogna liberare la testa e il cuore per capire che non viviamo solo per noi stessi. Saremo allora capaci di discernere come i nostri talenti possano servire gli altri. È l’inizio del discernimento vocazionale. Tutti i nostri doni, interessi e talenti derivano da Dio, che ce li ha dati decidendo che non sono esclusivamente per noi.
Viviamo in un’epoca in cui non è facile sentire la nostra voce interiore, soprattutto quando viene messa a tacere.
È vero. Molti giovani dicono di provarci ma che le condizioni per l’ascolto non sono sempre appropriate, soprattutto al giorno d’oggi, in cui siamo presi da tante cose: il telefono, Internet, le e-mail… Sono cose positive, ma a volte attraverso queste connessioni si è presenti in tutto il mondo.
Siete in Europa ma siete collegati a ciò che sta accadendo in Australia, e anche se non cercate rumore, tutte queste possibilità di comunicazione possono crearlo. È per questo che abbiamo bisogno di disciplina. Dico ai giovani che per rendere i loro rapporti con gli altri più significativi di tanto in tanto devono stare da soli.
Ciò non vuol dire mettere da parte i rapporti con gli altri! La solitudine, la preghiera, la riflessione e perfino il riposo sono il modo per conoscersi meglio e potersi così impegnare in rapporti migliori con gli altri. Quando siamo impegnati e sempre di corsa, non riusciamo a notare le persone che ci circondano e i poveri che hanno bisogno di noi. A volte perfino in famiglia ogni membro è talmente assorbito nel mondo virtuale da perdere il collegamento con gli altri. Il tempo per se stessi non è quindi un isolamento. Mira a migliorare la qualità dei rapporti con gli altri.

NON SI PUO' AVERE TUTTO!
E se qualcuno ha due opzioni nel discernimento della propria vocazione? Se gli piacerebbe diventare sia medico che sacerdote? Quale delle due vie dovrebbe scegliere?
È un’ottima domanda. Ci sono casi in cui entrambe le possibilità sono positive e idonee. È facile scegliere quando un’opzione è positiva e l’altra negativa. Sappiamo che si sceglierà la prima. A volte, però, quando si vuole discernere la propria strada, si nota che si ha una predisposizione per entrambe le opzioni. Si può essere bravi in entrambe le cose, e soprattutto il mondo ha bisogno di entrambe ed entrambe servono gli altri. È molto difficile, ma credo che in questo caso si debba tener conto di un fattore: cosa mi aiuterà a seguire meglio Gesù? Il sacerdozio non è la risposta in qualsiasi caso.
Dovremmo tener conto di questo fattore anche nel contesto del matrimonio? E se avessimo due buone scelte?
Bisogna capire innanzitutto che non si può avere tutto.
Il problema del mondo al giorno d’oggi è proprio questo!
È vero, vogliamo avere tutto. Vogliamo una vita ideale, un partner ideale e un lavoro ideale. Non appena individuiamo un’imperfezione diciamo: “No, questo non fa per me”. Non si troverà mai l’ideale! Scegliendo la persona giusta, bisogna verificare la propria motivazione durante la preghiera e immergersi semplicemente nella propria fede. Ancora una volta, ciò che conta è la risposta alla domanda: “Con quale persona potrei essere più vicino a Gesù? Con chi posso servire meglio gli altri?”

ESSERE APERTI E CERCARE LA PROPRIA STRADA 
Può dirci qualcosa sulla sua vocazione?
All’inizio pensavo di diventare medico.
Allora ho fatto bene a chiedere!
Sì (ride)! Fin da piccolo pensavo di diventare medico. I miei genitori erano felici di quella scelta. Quando avevo 14 anni è stata organizzata una nuova comunità per giovani e sono stato invitato a prendervi parte. All’inizio non mi piaceva, ma è stata questa comunità che mi ha aiutato a vedere un’altra realtà. Aiutavamo i bambini di strada, quelli delle famiglie povere e quelli che vivevano nelle baraccopoli. Aiutavo gli altri ma ero concentrato sulla medicina. Alcuni mi chiedevano se volevo diventare sacerdote, ma dicevo di no. “No, no, andrò alla scuola di medicina, aiuto solo in parrocchia”.
E poi, all’improvviso, è accaduto qualcosa. Un sacerdote che conoscevo mi ha chiesto se sapevo che era possibile ottenere una borsa di studio in un’università dei Gesuiti. Ha detto: “Puoi frequentare un corso preparatorio per la scuola medica lì. Se ottieni la borsa di studio potrai aiutare i tuoi genitori”. E allora ho sostenuto gli esami. Durante il primo ho capito che non era un esame per una scuola medica ma per un seminario! Ero furioso! “Perché mi hai mentito, padre?”, ho gridato al sacerdote, e lui ha risposto: “Tutto ciò che volevo era aprirti gli occhi. Pensi solo alla medicina!”
Ero arrabbiato, ma ho iniziato a pormi delle domande. Quando mi stavo inclinando verso il sacerdozio è risultato che non avevo passato l’esame. Ho invece superato l’esame per entrare alla scuola medica e potevo iniziare a studiare Medicina. Ho iniziato a interrogarmi e a parlare con molte persone.
Ero confuso ma pregavo molto: “Signore, mostrami la tua via in tutta questa confusione, perché da solo non riesco a vederla”. Lentamente, lentamente… ho deciso di tornare in seminario e chiedere se potevo riprovare. Mi hanno detto di no. Dopo due o tre rifiuti, ho deciso che visto che le porte del seminario per me erano chiuse sarei diventato medico.
L’ultimo giorno delle iscrizioni ero in piedi in fila a pregare. Il sacerdote gesuita che interrogava i candidati mi ha visto e mi ha detto: “Che fai qui? Sei proprio ostinato. Il rettore ha detto che non ti avrebbe ammesso!” “Lo so, ed è per questo che non ho intenzione di riprovare. Ho scelto Medicina”, ho risposto. Mi ha detto: “Seguimi”. Mi ha interrogato, ha chiamato qualcuno e dopo un po’ ha detto: “Visto che hai dimostrato un certo interesse proviamo. Ma solo per un semestre!” Dopo quel semestre mi hanno lasciato rimanere.

SI HA BISOGNO DEGLI ALTRI 
E ora è cardinale! La vita è davvero imprevedibile… La conclusione è “Cerca la tua strada, ma sii aperto a quello che la vita ha da offrirti, perché non tutto è sotto controllo”. Chi l’avrebbe detto? Ero l’ultimo della lista delle ammissioni, e ora, come ha sottolineato lei, sono cardinale (ride). Cercare la propria strada richiede uno sforzo,ma si ha anche bisogno degli altri. Abbiamo bisogno di persone che ci conoscano e che ci facciano vedere cose di fronte alle quali possiamo essere ciechi. Ero furioso con quel sacerdote, ma in realtà è stato uno strumento!
Che storia affascinante!
La vita è così. Dico quindi ai giovani di non cedere alla frustrazione. A volte i giovani si arrendono quando i loro progetti non si realizzano, ma bisogna applicare una prospettiva più ampia. Forse Dio ha in serbo per voi qualcosa di meglio?
Penso che la libertà sia il primo passo verso il discernimento vocazionale…
Sì, è vero, ma la libertà non vuol dire poter fare ciò che si vuole. Essere liberi significa essere onesti, liberi da bugie e delusioni. Sono libero perché so chi sono. Conosco la mia forza e la mia debolezza. Sono libero nel fatto di sapere cos’è possibile per me. Se non sono bravo in matematica non posso fare il contabile e non c’è problema. La libertà significa donarsi agli altri, e questo è l’obiettivo di qualsiasi vocazione. Se non si è liberi nell’amore, significa che non è amore.

(Intervista rilasciata dal cardinale Tagle ad Aleteia)


ASCOLTA LA TUA SETE !

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«Quando si è giovani, si ha sempre sete!
La sete rivela un vuoto da colmare:
Sete di una vita straordinaria, non mediocre…
Sete di salute, di successo, di riuscita…
Sete di essere amato e sete di amare…
E' un avere sete... per essere dissetati»

La vocazione francescana è una risposta alla sete profonda.
San Francesco durante la sua giovinezza è uno straordinario "assetato": ha sete d'amore, di gloria e fama, di bellezza... Ha sete di essere riconosciuto e lodato. Da tali desideri, inizialmente, si lascia però condurre in maniera superficiale ed emotiva.  In questo periodo di vita, ovunque e a tutti, in ogni suo gesto o parola, in fondo, con seduzione sembra dire: «amatemi!». 
In seguito, crescendo e maturando (anche attraverso la sofferenza e la delusione dei percorsi fino ad allora intrapresi), egli sente di dover andare più all'essenziale. Ha sete di pienezza, di felicità autentica e duratura. Francesco allora cambia! Invece di inseguire soddisfazioni effimere e passeggere, ricerca ora la gioia e la felicità "vera e per sempre". Comprende che solo Dio sazia e disseta in tal modo. Si tuffa allora nella bontà e nella bellezza del Signore.  Passa così dal Dio delle «domeniche alla messa», da un Dio formale e lontano, al Dio della sua vita. San Francesco fa esperienza di un Dio Vivente, Amante e da amare; un Dio il cui amore non è virtuale, ma tocca e trasforma e riempie e sazia e riscalda.
Tutti noi abbiamo – e i giovani del XXIe secolo in particolare – sete di senso, d’amore, di serenità. Siamo tutti, al riguardo, dei cercatori inquieti che si agitano finchè non troviamo un cuore dove sostare e riposare. La sete provoca sempre una ricerca e un dinamismo interiore, suscita sempre domande che scuotono e mettono in movimento: Dove trovare ristoro? Con chi? Come? Dio ci offre il suo Amore per colmare i nostri desideri più profondi e ridarci fiducia e speranza.


E..tu, hai sete? Lasciati raggiungere e toccare dall'amore di Dio! In Lui, "acqua viva", come san Francesco e tanti altri nella storia, potrai trovare la gioia e la pace vera e così dare pienezza alla tua vita.
Al Signore Gesù sempre la nostra Lode
Fra Alberto ( fra.alberto@davide.it)

(cfr. vocation  franciscaine)

ASSISI - CAPODANNO : GIOVANI CON SAN FRANCESCO

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"IN-VIA"
Come imparare a scegliere cristianamente
 Dal 29 Dicembre 2017 al 01 Gennaio 2018
Campo di Capodanno con s. Francesco.
Per tutti i giovani dai 18 ai 28 anni.


Cari giovani amici, il Signore vi dia pace.

Vengo a ricordarvi una bellissima proposta dei nostri frati della Basilica di san Francesco in Assisi. Si tratta del Campo di Capodanno, un appuntamento sempre atteso da tantissimi ragazzi/e da tutta Italia. Vivremo giorni di gioia e festa, ringraziando il Signore per i doni ricevuti e chiedendo il suo aiuto per l'anno nuovo che prende il via. Ci saranno momenti di  confronto, preghiera, lode, bellezza, fraternità.. nell'atmosfera magica di Assisi, accompagnati da san Francesco. Il filo conduttore del campo sarà il tema del "discernimento"in sintonia con il prossimo Sinodo dei giovani indetto dal papa per il 2018. Vi attendiamo come sempre numerosi e desiderosi di condividere questa stupenda esperienza. 

Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)   


Per conoscere il programma, clicca qui.
Per info ed iscrizioni, invia un'e-mail a segreteria@giovaniversoassisi.it





ASSISI - CAPODANNO 2018 CON FRANCESCO

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Caro amico in ricerca, il Signore ti dia Pace.
Hai pensato come trascorrere il fine anno e iniziare il nuovo in modo unico? 
Ad Assisi i frati francescani ti aspettano. Sotto trovi il programma e come iscriverti. Anticipo a tutti già da ora i più cari auguri di un SANTO NATALE.
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)


Campo di Capodanno con s. Francesco
"IN-VIA"
Come imparare a scegliere cristianamente
 Dal 29 Dicembre 2017 al 01 Gennaio 2018
il Centro francescano Giovani organizza
l'annuale Campo di Capodanno con s. Francesco.
L'iniziativa è rivolta a tutti i giovani dai 18 ai 28 anni.
Per conoscere il programma, clicca qui

Per info ed iscrizioni, invia un'e-mail a segreteria@giovaniversoassisi.it

GIOVANI IN RICERCA SULLE ORME DI SAN FRANCESCO Testimonianza di Stefano

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Pace e bene a voi tutti cari amici in ascolto della "vocazione divina".

Nel recente ponte dell'Immacolata, una quindicina di giovani in "ricerca" (del nord e del centro Italia) ha trascorso ad Assisi con noi frati un "Week-End Vocazionale": un'esperienza davvero coinvolgente ed entusiasmante che ha toccato il cuore di tutti. 
Di questi giorni e di quanto vissuto, ce ne parla Stefano, un giovane proveniente dalla provincia di Bergamo (del Gruppo San Damiano Nord-Italia), che per la prima volta  visitava la città del Poverello. Ringraziandolo di cuore per il suo contributo chiedo a tutti una preghiera per lui come per gli altri giovani in cammino vocazionale. 

Al Signore Gesù sempre la nostra Lode. 
fra Alberto (fra.alberto@davide.it) 
  


Sulle orme di Francesco – riflessione di un’esperienza ad Assisi

Assisi ha qualcosa di speciale.

Con questa convinzione sono partito alla volta della città del Poverello per un’esperienza di vicinanza al francescanesimo, di messa in discussione di sé e di avvicinamento a Dio, che proprio in questo luogo ha parlato cambiando il mondo e la storia. Ancora una volta.

“Una meta così significativa” – ho sempre pensato – “merita certamente un’adeguata preparazione, lo sviluppo di una piena consapevolezza dei fatti avvenuti laggiù per poter apprezzare la grandiosità che quella terra benedetta porta con sé”.

E non si tratta solamente del fatto di aver dato i natali a San Francesco e Santa Chiara: Assisi rappresenta, infatti, il cuore pulsante della contagiosa fervenza del movimento francescano e del suo attualissimo respiro, che ha portato la città a diventare una meta di pellegrinaggio capace, anche dopo 800 anni, di dialogare con l’Uomo e a influenzare il costume e la società.

Avere poi la possibilità di scoprire questi luoghi con la guida dei frati e in compagnia dei fratelli del gruppo San Damiano non può che trasformare alcuni giorni di condivisione in una grazia da custodire gelosamente. E’ anche dormendo, mangiando e pregando insieme che si matura in relazione all’accoglienza dell’altro, nel nome di quel Dio Padre che ci rende tutti Suoi figli. La consapevolezza di non essere solo, di non essere IL solo, rende un cammino di ricerca ancora più significativo e formativo. Ed è appunto nella condivisione che un’esperienza può trasformarsi in una tappa fondamentale del proprio cammino spirituale!

Chi ancora non ha conosciuto da vicino queste terre, o lo ha fatto con un interesse meramente storico o artistico, rifletta sulla necessità di confrontarsi, da un lato, con le vite di San Francesco e Santa Chiara e, dall’altro, con il Vangelo: sono le due fonti, se così possiamo chiamarle senza sminuirle, indissolubilmente intrecciate e fondamentali per imparare a dialogare con Dio attraversoi luoghi.

Assisi è sì speciale ma…la sua grandezza non si trova solo nella possibilità di visitare chiese e cattedrali, di sostare davanti a reliquie o affreschi preziosi: ciò che è davvero speciale è l’atmosfera di raccoglimento che la caratterizza e l’orgoglio spirituale di chi la frequenta che è in grado di toccare nel profondo l’animo offrendo l’opportunità non solo di vedere ma soprattutto di vivere Assisi. Anche se solo per poco tempo. Ma con grandi effetti.

E la guida dei frati francescani diviene a questo proposito un ausilio fondamentale.

Assisi è mettersi in discussione. 
Assisi è silenzio. 
Assisi è meditazione. 
Assisi è preghiera.

Nel distacco da una quotidianità troppo ingombrante è possibile rinnovare il proprio essere cristiano, toccando con mano uno stile di vita di totale abbandono al Signore e avvicinandosi a quel “salto nel buio” che ci Lui chiede di fare, alla ricerca della propria vocazione.

Dalla casa natale alla Porziuncola, passando per la Verna e il tugurio di Rivotorto: ripercorrendo le orme di Francesco è stato possibile interrogarsi sul proprio percorso, su chi siamo e, soprattutto, su chi vogliamo essere, certamente ispirati dal carisma dei frati (e dei novizi) che hanno aperto senza riserve le porte del Convento a  un gruppo di giovani che ha aperto il proprio cuore all’ascolto di Dio.

“Signore, chi vuoi che io sia?” chiedeva Francesco davanti a una umile croce, arrivata chissà come in quel lebbrosario: due assi di legno decorate e appese nel luogo dei reietti.

Assisi.

Qui è dove tutto è ha avuto inizio. Qui è dove il mondo cambia. Qui è dove Dio ti chiama a riparare la Sua casa.

Assisi è dove oggi ci raduniamo per “riparare” la nostra vita, chiamati a compiere una scelta sulle orme di Francesco.


 Stefano




L'ANNUNCIO DELL'ANGELO - PAROLE DI VOCAZIONE

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Gerard David (Bruges 1510) : Annunciazione
IV DOMENICA DI AVVENTO
24 dicembre 2017

DAL VANGELO DI LUCA (1,26-38)
Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. 

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Il Vangelo di oggi, ultima domenica di Avvento, con ormai il Natale imminente (in questa notte) ci presenta la scena dell'Annuncio dell'Angelo a Maria. E' il racconto della vocazione della Vergine, della sua chiamata come della sua risposta. Di seguito vi indico un breve itinerario meditativo soffermandomi esclusivamente sulle parole dell'Angelo Gabriele, autentiche gemme da custodire e meditare. Mi sembra infatti possano condensare indicazioni preziose per il vostro cammino di discernimento e ricerca vocazionale. 

  • «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te»  Qui  intravediamo la dinamica e il senso più profondo di ogni chiamata: è sempre il Signore a prendere l'iniziativa, a visitarci e rivelarSi misteriosamente nella Sua predilezione e "preferenza" per noi. E' bello quindi che la gioia e lo stupore grato si accompagnino al timore per questo sguardo privilegiato inaspettato e interrogante!
  •  «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» . Se dal Signore viene l'annuncio di una novità di vita sempre spiazzante, da Lui viene anche sempre la rassicurazione, l'invito a non temere, a confidare e ad affidarsi a Lui. Nella Sua chiamata, infatti, è racchiuso un compito altissimo che Lui stesso desidera affidarci: di generarLo e darLo alla luce e  così far conoscere a tutti il Suo nome affinchè Egli regni nel cuore di ogni uomo. In tale mandato non può dunque lasciarci soli.
  • «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». La vocazione qui appare come una sorta di abito nuziale, di vestito per la festa di nozze di cui il Signore, lo Sposo, ci vuole ricoprire. La generatività, la sorgente di vita e d'amore che sgorgherà da questo incontro, oltre ogni nostra aspettativa o personale capacità ne sarà il frutto prezioso da regalare e condividere con l'umanità intera assetata di senso e pienezza e speranza... Davvero nulla è impossibile a Dio!! Con Maria e da Maria impariamo allora il coraggio e la gioia di dire: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Al Signore Gesù sempre la nostra Lode. 
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)

Francisco Guerrero (Sevilla, 1528-1599) - Gabriel Archangelus

Gabrielarchangelus
locutus est ad Virginem, dicens: 
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum
benedicta tu in mulieribus. 

Gabriel archangele
veni in adjutorio populo Dei
qui semper assistis
in conspectu Domini.

"BUON NATALE" DA SAN FRANCESCO E SANT'ANTONIO

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Pace e bene a voi tutti cari amici.

Il Signore Gesù che oggi nasce, ancora e nonostante tutto ci invita alla gioia e alla speranza. La sua luce risplende, infatti, più forte di ogni oscurità e morte e non senso.

Ce lo ricordano anche i nostri amati santi, san Francesco d'Assisi e sant’Antonio di Padova che, con parole stupende, evidenziano i sentimenti di«letizia» e «festa» e «sorriso» e «condivisione» e «gratitudine», che devono caratterizzare questa grande solennità cristiana. Accogliamo dunque fratelli, tali amorevoli ammonimenti!

Non rinunciamo oggi a gesti di pace e amicizia e riconciliazione, gustiamoci tutta la bellezza dell'intimità delle nostre famiglie e degli affetti più cari, riscopriamo nell'altro un volto amico e fraterno, preghiamo e lodiamo Dio Padre per ogni cosa – lieta e non –, ma soprattutto rendiamogli grazie per il Dono del Suo Figlio Gesù che nasce per noi!

A voi tutti e alle vostre famiglie, i più cari Auguri di un Santo Natale!
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)

San Francesco "inventa" il Presepio
L'ineffabile premura di Francesco per il Natale
Al di sopra di tutte le altre solennità, celebrava con ineffabile premura il Natale del Bambino Gesù, e chiamava festa delle feste il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato ad un seno umano. Baciava con animo avido le immagini di quelle membra infantili, e la compassione del Bambino, riversandosi nel cuore, gli faceva anche balbettare parole di dolcezza alla maniera dei bambini. Questo nome era per lui dolce come un favo di miele in bocca (Vita di S. Francesco - Fonti Francescane n.787).

Natale, giorno di festa e convivialità piena
Un giorno i frati discutevano assieme se rimaneva l'obbligo di non mangiare la carne, dato che il Natale quell'anno cadeva di venerdì. Francesco rispose a frate Morico: «Tu pecchi fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all'esterno. » (Vita di S. Francesco - Fonti Francescane 787)

Natale, giorno di esultanza per uomini e animali
Francesco aveva maggior reverenza per il Natale che per le altre festività. Diceva: «Dopo che il Signore nacque per noi, cominciò la nostra salvezza.. (..) E per reverenza verso il Figlio di Dio, che quella notte la vergine Maria depose in una greppia tra il bue e l’asino, chiunque abbia bue e asino sia obbligato a fornire loro generosamente delle buone biade. Così pure, che quel giorno tutti i poveri abbiano in dono dai ricchi copiose ottime vivande.». Voleva perciò che quel giorno ogni cristiano esultasse nel Signore e per amore di lui, che ci donò se stesso, tutti provvedessero largamente non solo ai poveri, ma anche agli animali e agli uccelli. (Vita di S. Francesco - Fonti Francescane. 1814)

Nel Natale, il motivo di sorridere e gioire
«E l'angelo disse ai pastori: Ecco, io vi annunzio una grande gioia, perché oggi vi è nato il Salvatore... « (Lc 2,10. 11). Con questo concordano le parole della Genesi: «Nacque Isacco. E Sara disse: Il Signore mi ha dato il sorriso e chiunque lo saprà, sorriderà con me» (Gn 21,5-6). Sara s'interpreta «principessa» o «carbone», ed è figura della gloriosa Vergine, principessa e regina nostra, infiammata dallo Spirito Santo come il carbone dal fuoco. Oggi Dio le ha dato il sorriso, perché da lei è nato il nostro sorriso. «Io vi annunzio una grande gioia», perché è nato il sorriso, perché è nato Cristo.
Questo abbiamo udito oggi dall'angelo: «Chiunque lo sentirà, sorriderà insieme con me». Sorridiamo dunque ed esultiamo insieme con la beata Vergine, perché Dio ci ha dato il sorriso, cioè il motivo di sorridere e di gioire con lei e in lei: «Oggi vi è nato il Salvatore». Se uno si trovasse in punto di morte o fosse condannato all'ergastolo, e gli venisse annunziato: Ecco, è arrivato uno che ti salverà! Forse che non sorriderebbe, forse che non esulterebbe? Certamente! Esultiamo quindi anche noi, nella serenità della coscienza e nell'amore autentico (cf. 2Cor 6,6), perché oggi ci è nato il Salvatore, colui che ci salverà dalla schiavitù del diavolo e dall'ergastolo dell'inferno. (Sermone di Natale - S. Antonio di Padova)


Natività di Altichiero di Zevio ( 1375) - Padova- Basilica del Santo

BUON NATALE
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