Oggi riporto la corrispondenza con Luca, un giovane (25 anni) angustiato da tentazioni circa la castità e interrogativi inerenti la vocazione sacerdotale e il celibato. Come sempre, spero che quanto scritto possa essere utile a tutti. Al Signore Gesù la nostra lode.
fra Alberto (fra.alberto@davide.it)
LETTERA DI LUCA
Caro P. Alberto, mi chiamo Luca (25 anni). Finalmente mi decido a scriverle anche per ringraziarla del suo blog e delle sue risposte sempre cosi utili e incoraggianti. Spero abbia una risposta anche ad un quesito che mi assilla da tempo. Durante l’anno passato ho seguito con grande entusiasmo e serietà un corso di discernimento vocazionale nella Diocesi di (...). Nel mio cuore credo di avere intravisto la strada del sacerdozio e vorrei rispondere sinceramente a questa chiamata. Nel frattempo, ho pure concluso l'università e mi pare sia giunto il tempo per una decisione verso il seminario. "Ma"....., c'è ogni volta un "ma"che si ripresenta e mi frena: ho avuto in passato una lunga relazione affettiva (terminata due anni fa), ma vivo e sento in me ancora grande attrazione per le ragazze anche se poi concretamente non ho più voluto cercare un legame avendo la prospettiva della consacrazione. La "castità personale" non è però ancora una meta che posso dire di avere raggiunto, anzi vivo momenti di forte pulsionalità in cui mi trovo senza alcuna difesa e cado miseramente non riuscendo a controllarmi (...) Pensando al celibato, mi chiedo spesso se sarei in grado di sostenerlo con rettitudine. Quando mi scopro debole e peccatore su questi aspetti, mi scoraggio moltissimo e così temo per il mio futuro come seminarista ancor prima che da sacerdote e mi viene da rimettere tutto in discussione. Poi però, ogni volta ripenso al mio cammino di conversione (dopo un pellegrinaggio a Lourdes) e al cammino di fede e vocazionale di questi anni e vi scopro anche tanti segni del Signore che mi indicano questa direzione ed è la preghiera a donarmi l'unico conforto possibile e ancora a suggerirmi il desiderio di continuare. Però intanto resto fermo e non mi decido a far nulla! Cosa ne pensa? Cosa mi può aiutare? Grazie di tutto. Luca
RISPOSTA DI FRA ALBERTO
Caro Luca, grazie per la fiducia e per avermi raccontato almeno in parte la tua storia e le tue fatiche: un bel dono per me. (...) Riguardo alle preoccupazioni di natura affettiva e sessuale che ti angustiano, ti rinnovo sopra ogni cosa l'invito ad un dialogo schietto con il tuo padre spirituale; solo nella relazione personale si possono, infatti, affrontare serenamente temi così delicati e intimi. Nella tua lettera non parli di questa figura di riferimento che spero però tu abbia. Non illuderti di camminare da solo!!! Mi permetto in ogni caso qualche breve considerazione.
Circa le difficoltà (pulsionalità) in ordine alla "castità personale" di cui mi scrivi, da un lato, queste non vanno enfatizzate né super demonizzate: si tratta di un cammino di crescita e di auto dominio di sé che non è per nulla scontato o automatico in un giovane (specie in questa società iper sessualizzata)! Dall'altra, queste non vanno neppure sottovalutate, sostenendoti al riguardo sempre con la preghiera e una vita sacramentale assidua (confessione, eucarestia) e..tanta pazienza e umiltà. In esse andrebbe però colto anche il malessere che esprimono, il bisogno e il richiamo profondo che in qualche modo manifestano sia pure in modo disordinato. Si tratta dunque di andare all'origine di questo disagio, di questa pulsionalità irrazionale e senza confini che pare ogni tanto destabilizzarti. Vanno al riguardo evitati volontarismi e spiritualismi depistanti, scoprendo invece ciò che genera e favorisce in te certi comportamenti che poi ti addolorano e scoraggiano. La gioia sarà il primo segnale di questo cammino di conversione che per altro ti sarà molto utile anche se sceglierai di fidanzarti e farti una famiglia: la castità infatti non è solo prerogativa dei consacrati!!
Circa le difficoltà (pulsionalità) in ordine alla "castità personale" di cui mi scrivi, da un lato, queste non vanno enfatizzate né super demonizzate: si tratta di un cammino di crescita e di auto dominio di sé che non è per nulla scontato o automatico in un giovane (specie in questa società iper sessualizzata)! Dall'altra, queste non vanno neppure sottovalutate, sostenendoti al riguardo sempre con la preghiera e una vita sacramentale assidua (confessione, eucarestia) e..tanta pazienza e umiltà. In esse andrebbe però colto anche il malessere che esprimono, il bisogno e il richiamo profondo che in qualche modo manifestano sia pure in modo disordinato. Si tratta dunque di andare all'origine di questo disagio, di questa pulsionalità irrazionale e senza confini che pare ogni tanto destabilizzarti. Vanno al riguardo evitati volontarismi e spiritualismi depistanti, scoprendo invece ciò che genera e favorisce in te certi comportamenti che poi ti addolorano e scoraggiano. La gioia sarà il primo segnale di questo cammino di conversione che per altro ti sarà molto utile anche se sceglierai di fidanzarti e farti una famiglia: la castità infatti non è solo prerogativa dei consacrati!!
Circa l'attrazione per le ragazze, ringrazia il Signore per la tua normalità! In questa tendenza infatti non c’è nulla di straordinario o di terribilmente peccaminoso. Questa tendenza, inoltre, non illuderti, anche se diventerai prete, non verrà mai meno e non è che scomparirà con la tua consacrazione. Non sta dunque qui la questione seria dove capire se potrai diventare o meno prete o religioso. I consacrati, infatti, scelgono il celibato, non perché non attratti o incapaci di amare una donna, ma nella consapevolezza che il loro cuore, la loro persona, la loro affettività e fisicità, ha già un'appartenenza, ha già nel Signore un amore ancora più grande e assoluto, così che tutta la loro vita è per Dio e per il Regno.
Per diventare prete, devi dunque chiederti cosa significhi il Signore per te, che spazio abbia nella tua vita, che forza di seduzione eserciti su ti te. Sarà solo, infatti, una vocazione "divina" a consentirti una fedeltà nel celibato e conseguentemente una grande apertura di cuore e insieme la sua custodia; a permetterti una capacità di relazione e di dono verso ogni persona (donne o uomini) senza alcuna pretesa di possessività o esclusività. La castità e il celibato, nella consacrazione religiosa, dunque come via di libertà e di amore gratuito verso chiunque e ovunque.
La castità e il celibato del sacerdote come "un cammino d'alta quota"; un cammino certo per "iniziati" (la vocazione religiosa non è per tutti!) esigente e affascinante, prossimo al Cielo, ma anche ben ancorato alla Terra, alla Vita dell'uomo... Qui sta il vero discernimento da operare...!!
Carissimo Luca, non ti conosco personalmente e quindi mi scuso se le mie parole sono state un poco generiche. Posso però dirti che da quanto scrivi, emerge la figura di un giovane retto e sincero; in te, mi pare sia presente un genuino desiderio di seguire il Signore e fare la sua volontà ( che tu diventi prete o no). Sono sicuro che questo tempo di prova e fatica saprà mostrati la strada che Lui ha in serbo per te. Ti sono vicino e ti ricordo nella preghiera. Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.
fra Alberto
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