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LA VOCAZIONE: UN INCONTRO DI SGUARDI

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Roma (chiesa di S. Luigi dei francesi ) - Caravaggio: La chiamata di Levi
Sabato 9 marzo 2019

Dal Vangelo di Luca (5,27-32)
In quel tempo,27Gesù uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!»28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 31Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
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Protagonista di questo racconto è lo sguardo di Gesù, quello sguardo che possiamo contemplare sulla tela del Caravaggio che lo ha ben rappresentato. Particolarmente intenso si posa su Levi-Matteo, come leggiamo in questa pagina di Luca, mentre è seduto al banco delle imposte, lo penetra e lo attira fino al punto da indurlo a lasciare tutto per intraprendere una nuova vita a lui ancora sconosciuta. Lo sguardo del maestro che lo chiama è autorevole e al tempo stesso libero, lo attira quasi irresistibilmente ma nello stesso tempo lo lascia libero di sottrarsi.

Levi era un pubblicano, un collaborazionista dei romani odiato ed evitato da ogni pio giudeo. Prima di chiamarlo Gesù lo osserva. E guardandolo, Gesù vede oltre, vede la sua umanità, vede ben al di là della sua professione: vede l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio. Come ha ricordato papa Francesco:“Lo sguardo di Gesù non è qualcosa di magico: Gesù non era specialista in ipnosi. Gesù guardava ognuno, e ognuno si sentiva guardato da lui, come se Gesù [ne] dicesse il nome … E questo sguardo cambiava la vita a tutti”.

Invece il nostro sguardo è spesso corto, incapace di riconoscere in profondità le persone che incontriamo, perché fermo sul già noto: abbiamo occhi che tante volte non vedono. Ma agli occhi di Gesù Levi non è un uomo finito e così lo chiama, lo chiama a seguirlo, a lasciare tutto, la sua vita di prima per andare dietro a lui nella fedeltà di ogni giorno. Lo chiama a distogliere il suo sguardo dall’idolo del denaro per orientarlo verso la vita. Ascoltando quella voce e avvolto da quello sguardo Levi prende la decisione di non opporre resistenza, si alza e si mette in cammino: un semplice incontro di sguardi cambia totalmente una vita.


RIFLETTO SU ALCUNE DOMANDE: 

Qual è il banco delle imposte che mi ingabbia e mi impedisce di seguire Gesù?

In quale spazio malato della mia vita chiedo a Gesù di essere guardato con amore?

«Lasciando tutto, si alzò e lo seguì».
Ho già fatto qualche volta un'esperienza simile? Quella di lasciare e perdere per trovare?
Di morire per rinascere ad una nuova possibilità di vita?




Commento al vangelo di sorella Antonella (tratto da 
monastero di Bose)


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