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Frate Nico saluta Papa Francesco |
Ho ricevuto l'altro giorno, da un sedicente aspirante alla vita francescana, parole davvero tristi, direi scandalose e oscene, nei confronti di papa Francesco e del suo agire.
Chi mi ha scritto (...) mi snocciolava il ritrito e miope carnet di accuse riportate quotidianamente in molti blog e siti così detti "cattolico-tradizionalisti", per i quali papa Francesco è a dir poco un eretico e il distruttore del cattolicesimo.
Oggetto di tanto scandalo erano in particolare, le forti prese di posizione in favore dei migranti e dei diseredati della terra, così come il recente viaggio negli Emirati Arabi e l'incontro pacifico e il dialogo che da tempo papa Francesco sta cercando di avviare con l'Islam.
La mia risposta non è che una ed estremamente chiara e decisa:
- Non possono sussistere fedeli che si dichiarino cattolici e che nello stesso tempo, avversino il Papa!
- Non esistono aspiranti genuini alla vita religiosa e veramente ispirati dall'Alto nel desiderio di diventare frati Francescani, che però vedano nel Papa un distruttore della Chiesa, un nemico, "un figlio del demonio".
- Non è neppure pensabile che possa anche solo iniziare un percorso vocazionale francescano, chi manca di rispetto e devoto ossequio a Papa Francesco e non riconosca in lui l'agire fecondo e sempre nuovo dello Spirito Santo e la Graziaspeciale che il Signore ha effuso sui di lui in forza del suo mandato petrino.
A chi poi critica papa Francesco per la sua incessante difesa dei poveri e dei migranti vorrei semplicemente ricordare il Vangelo a cui continuamente si ispira e a cui richiama tutti noi, in particolare la pagina di Matteo (25, 31-46): "ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi". Parole di Gesù che non lasciano dubbi! E il Vangelo è la Regola dei frati!
E per quanto riguarda i rapporti con l'Islam è proprio il Poverello d'Assisi (di cui il Papa porta il nome e a cui si ispira) ad intuire, in un tempo di crociate e feroci conflitti e contrapposizioni fra cristiani e musulmani, un possibile dialogo e un modo nuovo, pacifico e rispettoso di relazionarsi e parlarsi e incontrarsi (vedi articolo "san Francesco e il Sultano d'Egitto"). I frati sono tali, perchè "fratelli" di tutti e a tutti sottomessi e con tutti in pace.
Dunque cari fratelli in ricerca, interroghiamoci circa la nostra cattolicità ed evangelicità! Solo così potremo aspirare a diventare frati francescani.
I frati Francescani hanno come Regola di Osservare il Vangelo tutto intero, "senza se e senza ma"!
I Frati Francescani sono fratelli di tutti.
I Frati Francescani amano la madre Chiesa e il Papa! W Papa Francesco!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
Fra Alberto(fra.alberto@davide.it)
Riporto di seguito le parole che Papa Francesco ha pronunciato nel corso dell’Udienza generale di mercoledì 6 febbraio di ritorno dal viaggio negli Emirati Arabi.
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nei giorni scorsi ho compiuto un breve Viaggio Apostolico negli Emirati Arabi Uniti. Un Viaggio breve ma molto importante che, riallacciandosi all’incontro del 2017 ad Al-Azhar, in Egitto, ha scritto una nuova pagina nella storia del dialogo tra Cristianesimo e Islam e nell’impegno di promuovere la pace nel mondo sulla base della fratellanza umana.
Per la prima volta un Papa si è recato nella penisola arabica. E la Provvidenza ha voluto che sia stato un Papa di nome Francesco, 800 anni dopo la visita di san Francesco di Assisi al sultano al-Malik al-Kamil.
Ho pensato spesso a san Francesco durante questo Viaggio: mi aiutava a tenere nel cuore il Vangelo, l’amore di Gesù Cristo, mentre vivevo i vari momenti della visita; nel mio cuore c’era il Vangelo di Cristo, la preghiera al Padre per tutti i suoi figli, specialmente per i più poveri, per le vittime delle ingiustizie, delle guerre, della miseria…; la preghiera perché il dialogo tra il Cristianesimo e l’Islam sia fattore decisivo per la pace nel mondo di oggi.Ringrazio il Principe Ereditario, il Presidente, il Vice Presidente e tutte le Autorità degli Emirati Arabi Uniti, che mi hanno accolto con grande cortesia. Quel Paese è cresciuto molto negli ultimi decenni: è diventato un crocevia tra Oriente e Occidente, un’“oasi” multietnica e multireligiosa, e dunque un luogo adatto per promuovere la cultura dell’incontro.
Viva riconoscenza esprimo al Vescovo Paul Hinder, Vicario Apostolico dell’Arabia del Sud, che ha preparato e organizzato l’evento per la comunità cattolica, e il mio “grazie” si estende con affetto ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici che animano la presenza cristiana in quella terra. (…)
Oltre ai discorsi, ad Abu Dhabi è stato fatto un passo in più: io e il Grande Imam di Al-Azhar abbiamo firmato il Documento sulla Fratellanza Umana, nel quale insieme affermiamo la comune vocazione di tutti gli uomini e le donne ad essere fratelli in quanto figli e figlie di Dio, condanniamo ogni forma di violenza, specialmente quella rivestita di motivazioni religiose, e ci impegniamo a diffondere nel mondo i valori autentici e la pace. (…)
In un’epoca come la nostra, in cui è forte la tentazione di vedere in atto uno scontro tra le civiltà cristiana e quella islamica, e anche di considerare le religioni come fonti di conflitto, abbiamo voluto dare un ulteriore segno, chiaro e deciso, che invece è possibile incontrarsi, è possibile rispettarsi e dialogare, e che, pur nella diversità delle culture e delle tradizioni, il mondo cristiano e quello islamico apprezzano e tutelano valori comuni: la vita, la famiglia, il senso religioso, l’onore per gli anziani, l’educazione dei giovani, e altri ancora. Negli Emirati Arabi Uniti vive circa un milione di cristiani (un po’ di più): lavoratori originari di vari Paesi dell’Asia. Ieri mattina ho incontrato una rappresentanza della comunità cattolica nella Cattedrale di San Giuseppe ad Abu Dhabi (erano forse 150mila) (…) – un tempio molto semplice – e poi ho celebrato per tutti – erano moltissimi! – l’Eucaristia nello stadio della città, annunciando il Vangelo delle Beatitudini. Nella Messa, concelebrata con i Patriarchi, gli Arcivescovi Maggiori e i Vescovi presenti, abbiamo pregato in modo particolare per la pace e la giustizia, con speciale intenzione al Medio Oriente e allo Yemen.
Cari fratelli e sorelle, questo Viaggio appartiene alle “sorprese” di Dio. Lodiamo dunque Lui e la sua provvidenza, e preghiamo perché i semi sparsi portino frutti secondo la sua santa volontà. Grazie”.