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Assisi: Tre giovani e sorridenti frati francescani |
Cari amici in ricerca della vocazione divina, il Signore vi dia pace.
E' bello questo vostro cercare, è importante questa domanda vocazionale che vi portate nel cuore: ne va della vostra esistenza, della vostra felicità, del futuro e del senso che vorrete dare alla vostra vita.
Il Vangelo di ieri (domenica 20 gennaio 2019) ci proponeva il famoso miracolo di Cana quando Gesù trasforma l'acqua in vino ad una festa di nozze, in cui presto, il vino era venuto a mancare:
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino».[Gv 2,1-11]
Il vino, nel contesto sociale ebraico rivestiva svariati significati: il vino era festa, il vino era gioia, il vino diceva compagnia, il vino esprimeva fecondità e comunione, il vino era vita autentica e vera, il vino era indispensabile per celebrare con tutti la realizzazione di un sogno e di una vocazione compiuta come le nozze.
«Non hanno vino!» Anche oggi molti giovani vivono la stessa situazione,"manca il vino"! Così che la vita di tanti ragazzi è triste, insensata, senza una direzione, dispersa nella solitudine e nella superficialità. Spesso si trovano a rincorrere bramosi ideali di felicità di cui si "ubriacano", ma che presto si dimostrano illusori, parziali e limitati. Tutto in realtà: affetti, relazioni, progetti di lavoro, bellezza, salute, sessualità, piacere... prima o poi si rivela precario e insufficiente, segnato da fragilità e incertezza, incapace di saziare veramente.
Ma allora chi può riempire questo vuoto e la noia di vivere?
Chi può darci saldezza ed essere sempre un riferimento certo?
Chi può dissetare questa nostra sete di infinito senza deluderci?
Da chi la gioia? Dov'è la luce al nostro cammino?
Ebbene , cari amici, solo il Signore Gesù può offrirci questo "vino buono"! Lui è "l'acqua viva" che ci disseta per sempre, Lui la luce nell'oscurità, Lui la via, Lui la vita, Lui l'unica autentica verità! Da lui la gioia vera che mai viene meno. Lui il compagno e l'amico fedele, sempre!
E' da questa scoperta, da questo incontro che qualche giovane intuisce di poter dedicare tutta la sua vita al Signore, di consacrarsi a Lui: perchè niente e nulla e nessun altri lo può eguagliare e sostituire!
E' qui che sgorga la vita di un frate francescano! Qui trova senso la sua scelta!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode
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Il brano è una preghiera: “Nulla mi rende felice,.. lasciami conoscere il Tuo tocco” E’ una significativa auto-coscienza della posizione dell’uomo, desideroso di felicità ma impossibilitato a darsela e, quando ci prova, fallisce. «E’ il mio compleanno domani, nessuno qui sa che sono nato questo giovedì di 22 anni fa. E mi sento bloccato guardando la storia ripetendo: “Si, ma chi sono io?”. Solo un bambino che sa di essere bisognoso». E’ soltanto partendo dall’evidenza di questo bisogno che, di fronte all’impotenza umana, non ci si arrende al nichilismo disperato e neppure si reagisce con violenza verso il mondo. Ma, ed ecco l’opzione cristiana, ci si consegna alla domanda verso Colui senza il quale la realtà non ha senso. «Fammi sapere che Tu mi senti», dice la canzone, aprendosi alla preghiera. «Lasciami conoscere il tuo tocco, fammi sapere che mi ami e fai che sia abbastanza».