Pace e bene,
cari amici in cammino e in ricerca della vocazione del Signore per la vostra vita.
Sempre tantissime sono le vostre domande inerenti l'abito francescano, detto anche "saio" o"tonaca". Al riguardo ho già scritto vari articoli a cui vi rimando. Un altro elemento tipicamente francescano e di cui pure ho già scritto (vedi post) è il "cingolo", la corda con i tre nodi con la quale ci si cinge i fianchi.
Ma com'era l'originale abito di san Francesco?
Sappiamo come dopo essersi spogliato dei comodi panni paterni, al cospetto del Vescovo di Assisi (Guido), Francesco avesse voluto assumere vesti penitenziali, per qualificare il suo nuovo status. Si trattava di un abito povero e grezzo, di un colore "cinereo", tra il bruno e il bigio. Si rifaceva in questo ad un capo di vestiario ben conosciuto fin dall'età romana ed usato dai contadini, una sorta di camicione molto essenziale cinto ai fianchi da una cintura o rozza corda: era il "sagum", termine che ha dato in italiano i due esiti di "sacco" e di "saio". In effetti il "vestirsi di sacco" e il cingersi con una corda, era appunto un modo per presentarsi in veste di penitente e/o di pellegrino.
cari amici in cammino e in ricerca della vocazione del Signore per la vostra vita.
Sempre tantissime sono le vostre domande inerenti l'abito francescano, detto anche "saio" o"tonaca". Al riguardo ho già scritto vari articoli a cui vi rimando. Un altro elemento tipicamente francescano e di cui pure ho già scritto (vedi post) è il "cingolo", la corda con i tre nodi con la quale ci si cinge i fianchi.
Ma com'era l'originale abito di san Francesco?
Sappiamo come dopo essersi spogliato dei comodi panni paterni, al cospetto del Vescovo di Assisi (Guido), Francesco avesse voluto assumere vesti penitenziali, per qualificare il suo nuovo status. Si trattava di un abito povero e grezzo, di un colore "cinereo", tra il bruno e il bigio. Si rifaceva in questo ad un capo di vestiario ben conosciuto fin dall'età romana ed usato dai contadini, una sorta di camicione molto essenziale cinto ai fianchi da una cintura o rozza corda: era il "sagum", termine che ha dato in italiano i due esiti di "sacco" e di "saio". In effetti il "vestirsi di sacco" e il cingersi con una corda, era appunto un modo per presentarsi in veste di penitente e/o di pellegrino.
La scelta di questo abito fu anche guidata dalla sua forma particolare da subito colta da Francesco: era la forma della croce! Indossandolo si sentiva entrare nel mistero del Dio Crocifisso, rivelazione suprema del Dio-Amore del Vangelo cristiano. L'umile saio cinerino evidenziava anche visivamente la radicale vocazione intrapresa dal Santo: la scelta della povertà materiale, per potersi così affidare totalmente a Dio e la scelta della minoritàsociale per rendersi in tal modo solidale con gli ultimi e gli emarginati.
Rattoppato sino all’inverosimile lo si può ammirare nella "Sala delle Reliquie", presso la Basilica di S. Francesco in Assisi. Di questo prezioso ricordo ce ne parla nel video sottostante p. Pasquale Magro, frate del Sacro Convento. Se avrete occasione di recarvi ad Assisi, non mancate dunque di soffermarvi a contemplare l'umile abito del Poverello.
Possa san Francesco suscitare anche in ciascuno di noi, un amore appassionato a Gesù e al suo Vangelo e il desiderio di annunciarlo e testimoniarlo in semplicità per le strade del mondo.