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VOCAZIONE: COME I MAGI IN CAMMINO E IN RICERCA

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6 Gennaio: Epifania del Signore

Cari amici, il Signore vi dia pace.
La festa dell'Epifania che oggi celebriamo, si presenta con profondi significati "vocazionali" e di vita per tutti noi. 

Nei Magi, infatti, intravediamo tutti i pellegrini, i cercatori inquieti di Dio e della Sua volontà (che sempre si lascia incontrare). In loro ecco tutti gli assetati di senso e di risposte autentiche e vere che, per questo, si mettono in discussione, si lasciano coinvolgere, lasciano le proprie sicurezze per inoltrarsi su nuove vie da esplorare e conoscere, diretti verso l'unica Meta sicura e davvero stabile che mai viene meno: il Signore Gesù

Buona festa e buon cammino allora a tutti i pellegrini dell'anima; buona festa e buon cammino in particolare a tutti quei giovani che fidandosi, spinti da molte domande e inquietudini (diventare frate..o prete o missionario francescano ?), hanno deciso di seguire la Stella e di intraprendere un viaggio certo non facile, eppure affascinante, di discernimento e ricerca vocazionale.
Possano giungere a contemplare e assaporare, come i Magi, la bellezza e la luce e la gioia della presenza del Signore nella loro vita. A Lui sempre la nostra Lode.

frate Alberto (fra.alberto@davide.it)

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I Magi, uomini dal cuore inquieto
I Magi, gli uomini che allora partirono verso l’ignoto erano uomini dal cuore inquieto. Uomini spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo. Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale forse considerevole. Erano alla ricerca della realtà più grande. Erano forse uomini dotti che avevano una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica. Ma non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. E per questo volevano sapere se Dio esista, dove e come Egli sia. Se Egli si curi di noi e come noi possiamo incontrarlo. Volevano non soltanto sapere. Volevano riconoscere la verità su di noi, e su Dio e il mondo. Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore. Erano uomini che cercavano Dio e, in definitiva, erano in cammino verso di Lui. Erano ricercatori di Dio.

I Magi, uomini che avevano coraggio
Questi erano anche e soprattutto uomini che avevano coraggio, il coraggio e l’umiltà della fede. Ci voleva del coraggio per accogliere il segno della stella come un ordine di partire, per uscire – verso l’ignoto, l’incerto, su vie sulle quali c’erano molteplici pericoli in agguato. Possiamo immaginare che la decisione di questi uomini abbia suscitato derisione: la beffa dei realisti che potevano soltanto deridere le fantasticherie di questi uomini. Chi partiva su promesse così incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. Ma per questi uomini toccati interiormente da Dio, la via secondo le indicazioni divine era più importante dell’opinione della gente. La ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente.

I Magi, ci indicano la strada
I Magi hanno seguito la stella, e così sono giunti fino a Gesù, alla grande Luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr Gv 1,9). Come pellegrini della fede, i Magi sono diventati essi stessi stelle che brillano nel cielo della storia e ci indicano la strada. I santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano. San Paolo, nella Lettera ai Filippesi, ha detto ai suoi fedeli che devono risplendere come astri nel mondo (cfr 2,15).

Benedetto XVI (da Omelia Epifania 2013)

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