Durante la veglia il papa ha lanciato ai giovani presenti (più di un milione) dei messaggi straordinari, direi assolutamente rivoluzionari, pazzeschi. Li ha spronati a mettersi in cammino, passando dall'essere "giovani del divano a giovani con le scarpe", "meglio ancora con gli scarponcini calzati, per andare per le strade seguendo la pazzia del nostro Dio che ci insegna a incontrarlo nell'affamato, nell'assetato, nel nudo, nel malato, nell'amico che è finito male, nel detenuto, nel profugo, nel migrante". Giovani con le scarpe "per lasciare un'impronta nella storia", per difendere dignità e libertà che altri vorrebbero costringere in spazi limitati e ristretti.
"Cari giovani, ha affermato il papa, noi non siamo venuti al mondo per vegetare, per passarcela comodamente. Siamo venuti per lasciare un'impronta (...), per essere protagonisti nella storia."
Incoraggiando a non lasciarsi paralizzare dalla paura ha invitato invece "a rischiare", "a costruire ponti fraterni non muri", e a camminare "su strade mai sognate e nemmeno pensate, capaci di contagiare gioia, quella gioia che nasce dall'amore di Dio".
Infine ha chiuso con una domanda per i tanti giovani che ascoltavano in silenzio.
"CI STAI ? Cosa rispondono le tue mani e i tuoi piedi al Signore, che è via, verità e vita?".
La risposta spetta anche a ciascuno di noi!
La risposta spetta anche a ciascuno di noi!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto